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La felicità delle piccole cose

Ah, ecco. Ennesimo post su quanto si possa essere felici con le piccole cose e su come la vita sia sempre bella e felice, anche quando il bicchiere è mezzo pieno. Invece no, almeno non tanto spesso quanto vorrei. Ed è per questo che questa mattina mi sono svegliata sospirando. Piove da alcuni giorni e, per quanto si possa essere grati che qui in Svezia non si muoia di caldo, avrei voluto solo godermi un po’ ancora il giardino e sperare che i pomodori piantati quest’anno facciano in tempo a maturare. Per ora nessun accenno di colore diverso dal verde, ma confido che l’acquisto della serra che abbiamo fatto in primavera protegga le piante e ci regali un raccolto di pomodori.

Ci sono anche alcuni lavoretti in giardino che vorrei terminare se smettesse di piovere. Così ne ho approfittato per andare a fare alcune commissioni noiose e a portare i vuoti delle bottiglie, cosa che per altro non amo molto. Forse è per questo che quando ci vado riempio la macchina di contenitori di bottiglie e lattine da riciclare. Ma ho preso l’abitudine di concludere il giro con qualcosa che amo fare. E oggi era il giorno adatto per andare a curiosare in un loppis che amo molto. Peccato che non avrei potuto comprare quel tavolino con dei cassetti adorabile che avevo visto di sfuggita tempo fa in una foto, perché figuriamoci se ci sarebbe stato. Invece, era ancora lì ad aspettarmi ad un prezzo ridicolo, ma con un piccolo imprevisto. Aveva uno specchio e due mobiletti che avevo sottovalutato, pensando che fossero semplicemente appoggiati sul tavolino e venduti separatamente, e invece no, erano agganciati.

Che fare? Se avessi avuto la vecchia auto, non avrei avuto nessuna remora. Ma con quella attuale, qualche problema dubbio, me lo sono posto, anche se per qualche nanosecondo. Perché io quel tavolino lo volevo, e un modo per portarlo a casa lo avrei trovato. In un modo o nell’altro.

Non mi sono persa d’animo: ho osservato il tavolino e ho calcolato in quanti pezzi avrei potuto dividerlo in caso di necessità. Ho pagato il tavolino, sono uscita per spostare l’auto più vicina alla porta di uscita, ho spostato tutti i contenitori di bottiglie (sì, lo so, avrei dovuto occuparmene prima, ma non avevo previsto che avrei ritrovato il tavolino) sui sedili, e ho pregato che le misure che avevo preso ad occhio non mi tradissero, e che il tavolino e i suoi mobiletti potessero entrare in auto. Sono rientrata e sotto lo sguardo perplesso della commessa e delle persone intorno a me che erano solo un sottofondo ho chiesto se avessero un cacciavite (tra l’altro, in quel momento nemmeno mi ricordavo come si dicesse ‘cacciavite’ in svedese, ma ci siamo capite lo stesso), e ho iniziato a smontarlo quel tanto che bastasse a trasformarlo in una serie di pezzi più gestibili da farli entrare in macchina. Dopo una serie di viaggi avanti e indietro, il mio mobile era finalmente all’interno dell’auto.

La gioia che ho provato mentre chiudevo la portiera e guidavo verso casa con il mio carico straordinario era come un’onda di adrenalina e soddisfazione che mi attraversava. Poco importava che fossi stipata tra tutte le bottiglie; avevo con me il mio nuovo tesoro da portare a casa e un’immensa felicità nel cuore. Tanto che persino l’andare al punto di raccolta dei contenitori mi è sembrato bellissimo. Mentre riciclavo le bottiglie, pensavo a dove e come sistemare il mio acquisto. Talmente felice che non mi importava più della pioggia e delle noiose commissioni che avevo dovuto fare. Avevo dimostrato anche questa volta a me stessa che posso farcela, che posso affrontare le sfide in modo indipendente. Mi sono ripromessa di tenere sempre a mente di questo giorno ogni volta che incontrerò un ostacolo. Sarà un promemoria che si unirà agli altri che ho accumulato nel corso del tempo. Mi ricorderà che quando si trova la forza di affrontare gli imprevisti, si conquista qualcosa di ancora più prezioso: la gioia di superare i limiti e di assaporare la vittoria dell’autonomia, o di trarne insegnamenti per la prossima sfida.

Sono felice dell’acquisto, certo, ma ancor di più di non essermi scoraggiata e di aver trovato una soluzione creativa. A molti potrebbe sembrare una cosa di poco conto, ma quando si vive da sole o quando non si può fare affidamento su nessun altro, il senso di soddisfazione nel sapersi assumere il rischio e nel gustare l’adrenalina che ne deriva è incredibilmente gratificante. Non sempre si ha il coraggio di affrontare gli imprevisti, specialmente all’interno delle mura di casa, quando si pensa di non avere le risorse necessarie. Tuttavia, sulla base delle esperienze accumulate negli anni, so che questi istanti di gioia pura valgono più di qualsiasi altra cosa.

Ecco perché le condivido, per ispirare la fiducia nel fronteggiare i propri imprevisti, che possano riguardare il rinnovo di oggetti o spazi. Voglio che tu sappia che puoi contare sul mio sostegno per realizzare tali progetti da solo, con il mio aiuto a guidarti lungo il cammino.

Se credi di aver bisogno del mio aiuto mi trovi qui o scrivimi a info@antonellacrisci.com

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